Ipnopedia: il sonno può davvero aiutare la memoria?

Giu 7, 2017 | Prima di Domani

Giugno è arrivato e, con lui sono arrivate anche l’estate e la fine della scuola.

Questo, però, non significa soltanto vacanze: per molte migliaia di ragazzi, infatti, è proprio questo il periodo più impegnativo dell’anno perché si trovano a dover affrontare gli esami. Che siano quelli di terza media, quelli di stato o quelli di una sessione universitaria, poco importa, a tutti loro sono richieste concentrazione, applicazione e…tanta, tanta memoria.

Se, da una parte, è ormai provato che la giusta dose di sonno ristoratore può, in questi casi, aiutare la concentrazione dall’altra sarebbe fantastico poter fare affidamento anche sull’ipnopedia, letteralmente “apprendimento nel sonno”.

E’, questa, una tecnica di apprendimento subliminale che interessa la scienza già dai primi decenni del ‘900 e che attualmente, sebbene non sia consigliata come metodo principale di studio, non viene però neanche totalmente rifiutata perché pare essere utile come “rinforzo”. Nel corso degli anni, infatti, sono molteplici gli esperimenti che, se non provano che si possano immagazzinare nozioni nuove durante il sonno, dimostrano però che ascoltare una registrazione ripetuta mentre si dorme aiuta il nostro cervello a consolidare informazioni apprese durante la veglia. Questo perchè durante il sonno non siamo in grado di analizzare, elaborare e associare le informazioni tra loro, ma possiamo memorizzare e immagazzinare nell’inconscio. In particolare durante il periodo di sonno profondo, quando cioè ha luogo l’attività del cervello denominata “alfa”.

Esiste un romanzo, distopico ma molto interessante e che ha avuto un successo clamoroso, scritto nel 1932 da Aldous Huxley in cui proprio l’ipnopedia è uno dei soggetti principali. S’intitola Il Nuovo Mondo e descrive una società futura dittatoriale e rigidamente divisa in caste in cui proprio questa tecnica è utilizzata per indottrinare i cittadini: l’ipnopedia viene usata dal regime non come tecnica capace di permettere l’acquisizione di nuovi dati, ma per far memorizzare e, infine, applicare in modo inconscio, alla popolazione le istruzioni ripetute nel sonno. Il romanzo anticipa, dunque, il tema del controllo mentale, ma la cosa interessante è proprio la descrizione precisa dell’applicazione di questo metodo per la memorizzazione degli slogan.

Se, dunque, il parere generico della scienza è negativo nei confronti della possibilità di apprendimento attivo durante il sonno, esiste uno studio del 2012* le cui conclusioni affermano che è possibile ottenere lievi reazioni ipnopediche tramite il classico modello di condizionamento tra stimoli diversi. Non solo, ma è attualmente in corso uno studio** che utilizza l’ipnopedia come forma di apprendimento per la sfera di conoscenza motoria.

Benché dunque, non sia provata la nostra capacità di apprendimento durante il sonno, nel dubbio che l’ipnopedia possa in qualche modo aiutare la memoria…registrate la lezione su un cd e mettete le cuffie di notte. Chissà che all’esame il vostro inconscio non decida di aiutarvi!

 

* https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22922782

**http://www.scienzequalitavita.unibo.it/it/ricerca/ambiti-di-ricerca/corpo/effetto-del-sonno-sullapprendimento-motorio-cicchella-antonio

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